Quando le galee effettuavano regolare servizio nelle acque del Mediterraneo, talvolta una calma straordinaria caratterizzava l'oceano durante il solstizio d'estate. I venti cessavano di sibilare, e subito le acque diventavano calme e cristalline.
Questi erano i giorni di alcione, durante i quali, secondo i marinai, il martin pescatore faceva il nido nelle profondità marine.
Gli uomini dicevano che nessuna tempesta avrebbe disturbato l'uccello mentre covava i suoi piccoli, poichè il martin pescatore era protetto dagli dei. Ecco dunque il racconto.
Sulla costa della Tessaglia c'era un re di nome Ceice, che prese in sposa Alcione. Sebbene mortali, entrambi avevano genitori divini.
Ceice era figlio della stella del mattino, e Alcione era figlia del dio dei venti.
Ella aveva paura del potere degli dei e pianse quando il marito la lasciò per attraversare i mari. Una notte, un'inquietante immagine di Ceice le apparve in sogno: era una figura pallida e senza occhi, con un'alga marina che fuoriusciva dalla barba.
La mattina seguente, Alcione lasciò il palazzo per vagare lungo la costa e là si accorse che il sogno era l'addio del suo sposo, poichè il suo corpo galleggiava sui flutti. Si gettò in acqua ma gli dei ebbero compassione di lei.
Al posto della donna apparve un radioso martin pescatore e dopo un attimo ne comparve un altro, poichè a Ceice fu concesso di vivere sotto questa forma insieme alla moglie.
Per questo, secondo i marinai greci, è sicuro viaggiare quando i martin pescatore fanno il nido: in quei giorni, nessuna nuvola cela la brillante stella del mattino e nessuna raffica di vento sfugge al guardiano dei venti.
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Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti.
-- William Shakespeare