La decorazione con l'henné ( o henna) ha
origini antichissime risalenti ai tempi dei Faraoni. I reperti egizi di
mummie e le incisioni pittoriche rinvenute su bassorilievi e monumenti
dell'epoca suggeriscono che la pratica di dipingere capelli, barbe e
parti del corpo con l’ henné era, nell'antico Egitto, pratica piuttosto
comune, mentre nell'Asia centro-continentale (Persia, Pakistan, India)
erano soprattutto religiosi, musici e danzatori ad usare queste
decorazioni.
La pittura corporale è assai diffusa in tutti i paesi
di cultura islamica. I disegni tradizionali indiani e pakistani tendono
ad essere molto intricati, dettagliati e astratti, mentre i quelli
medio orientali sono solitamente floreali, meno complessi di quelli
indiani e talvolta con forme geometriche e simboli astratti.
Gli usi
decorativi dell'henné variano da cultura a cultura. Segno di
appartenenza tribale, sociale o religiosa, in alcuni paesi è utilizzata
per celebrare le circoncisioni, le nascite, le festività (ad esempio,
la fine del Ramadan) come simbolo di buon augurio. In altri diventa
simbolo del passaggio dall’età infantile a quella fertile e adulta
oppure di rito prematrimoniale che "segna" e le ragazze da marito.
In
Medio Oriente, infatti è tradizione dedicare la sera precedente le
nozze al rito dell'henné durante il quale la sposa, le sue sorelle, le
amiche e sua madre decorano le mani e le braccia con disegni molto
ornamentali e di buon auspicio, utilizzando poi una parte dell' "henna
al-arus" (l'henna matrimoniale) per fare impacchi sui capelli che,
ramati e lucidissimi, saranno "sfoggiati" il giorno delle nozze.
L'henné, in questo caso, viene preparata dalla madre della sposa e
dalle anziane della famiglia.
In Marocco la tecnica di pittura sulla pelle si chiama Harqus.
L'
henné viene estratto da una particolare pianta, la Lawsonia Alba,
sempreverde, che da arbusto può raggiungere l'altezza di sei metri e
che cresce spontanea in Medio Oriente, Africa del Nord e Asia centrale.